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Ma i diritti civili restavano appannaggio dei patrizi, gli unici in grado di votare al senato, eleggere i consoli e fare le leggi. Le rivolte e le sommosse dei plebei, portarono alla concessione di due consoli, loro rappresentanti, con la prerogativa di opporre il veto alle leggi ritenute anti-plebee. Le rivendicazioni civili dei plebei, portarono nel V secolo a.C. ad una vera e propria rivoluzione, una delle massime conquiste di tutti i tempi. Per la prima volta vennero incise ed esposte al Foro le Tavole di bronzo in cui per la prima volta si affermò per iscritto il principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e che la sovranità appartiene al popolo.
La concessione di diritti ai plebei comportò una perdita di ricchezza da parte delle classi più agiate, le quali compensarono le perdite iniziando una politica di conquiste molto aggressiva e spregiudicata. Roma affermò il proprio dominio sugli Etruschi, sui Volsci, sui Sanniti, volgendo in seguito lo sguardo verso sud, entrando in guerra con Taranto e con altre colonie greche. Nell'arco di un paio di secoli (V-III a.C.), praticamente l'intera penisola era sotto il controllo di Roma. Le città dominate non vennero rese schiave, ma costrette ad assumere come proprie le leggi di Roma e il latino come lingua. Iin poche parole furono "romanizzate".
Le politiche commerciali intraprese da Roma nella fase successiva, una volta estesi i propri confini, la portarono irrimediabilmente sull'orlo dello scontro con Cartagine, la città fondata dai Fenici ed egemone dal punto di vista mercantile in tutto il Mar Mediterraneo.
Le guerre puniche durarono per oltre un secolo e mezzo, un periodo durante il quale Roma rischiò il tracollo, grazie all'epica impresa del generale Annibale, giunto in Italia con i suoi elefanti attraversando le Alpi. Ma la vicenda si risolse con una ulteriore espansione del dominio di Roma, esteso ora sulla Spagna e su altre colonie cartaginesi, ottenuto facilmente anche grazie alla distruzione totale della città di Cartagine, trasformata a sua volta in provincia romana.
Nello stesso periodo anche la Grecia diventa provincia di Roma.
Al periodo di espansione corrispose però un aumento del conflitto sociale interno. Agli enormi guadagni dei ricchi proprietari, si contrappose l'impoverimento progressivo dei plebei. Lo scontro si formalizzò nel confronto fra due modelli diversi di concezione dello stato. Si fronteggiarono una visione più "democratica", rappresentato da Caio Mario, ed una più "aristocratica", rappresentata da Silla. Lo scontro vide prevalere momentaneamente Silla, il quale si spinse fino a proclamarsi dittatore a vita, salvo poi cedere il passo dopo due anni per non esautorare il senato.
Gli scontri fra le due opposte fazioni non si placarono mai del tutto, riaccendendosi periodicamente e sfociando nell'attribuzione del potere ad un triumvirato composto da Pompeo, forte del suo potere militare, Crasso, rappresentante dell'aristocrazia, e Cesare quale rappresentante dell'ala democratica.
Il triumvirato non durò a lungo, a causa dell'accesa rivalità fra Cesare e Pompeo, grazie alla quale la lotta politica si trasformò in scontro sociale, risolto con l'assunzione da parte di Cesare della Potestà Tribunizia, del Pontificato Massimo e della Dittatura a vita.
Con Cesare si assiste all'eclissi del ruolo del senato, e al trapasso dall'epoca della Repubblica a quella dell'Impero. Le ampie riforme che egli aveva in mente non vennero mai realizzate, poiché morì vittima di una congiura nel 44 a.C.
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