Vizi e pregiudizi sul curriculum vitae

E' l'unico strumento a disposizione di chi cerca un'occupazione, una missiva disperata in cerca di un estimatore, il selezionatore, giudice inappellabile di competenza e personalità dello scrivente.
Redigere un curriculum vitae all'altezza della situazione, in grado di catturare l'attenzione di chi legge per convincerlo che il candidato merita una chance, è la sfida massima di chi si affaccia nel mondo del lavoro per la prima volta. Ma non solo.
Spesso esistono altre occasioni in cui si rivela determinante, come ad esempio per chi ha intenzione di cambiare o per chi si ritrovi momentaneamente senza lavoro.

Prima di ogni altra considerazione è necessario debellare alcuni luoghi comuni.

  1. Il curriculum vitae non serve a niente. Falso.
  2. I curriculum vitae sono tutti uguali. Falso.
  3. Nel curriculum posso scrivere quello che voglio. Falso.
  4. Io non sono il mio curriculum vitae. Falso.

Il curriculum vitae non serve a niente

u cento persone che hanno provato l'esperienza di inviare un curriculum vitae, circa una novantina saranno assolutamente pronte a dirvi che non serve a niente e che si tratta solamente di un foglio di carta. Probabilmente si tratta dei novanta scartati che non hanno avuto accesso al colloquio.
Provate a chiederlo ai dieci che grazie al curriculum hanno ottenuto il colloquio!
Purtroppo quello che c'è di vero nell'affermazione precedente è che un CV fatto male non serve davvero a nulla. Anzi, è del tutto controproducente, sotto tutti i punti di vista.
Contribuisce al crollo dell'autostima. Non essere presi in considerazione può difatti portare ad un calo delle motivazioni, mancanza di fiducia nei propri mezzi e nelle proprie competenze.
Non essere assunti al primo colpo, è esperienza piuttosto comune e diffusa, ma non deve assolutamente essere un'esperienza altrettanto frequente quella di non raggiungere neanche il primo traguardo: ottenere un colloquio.
Questo è difatti lo scopo principale del curriculum vitae: mettere in evidenza la propria figura per il posto di lavoro desiderato, convincendo il selezionatore che vale la pena conoscere di persona il candidato in un primo colloquio.
Giunti a questo punto il curriculum ha svolto il suo ruolo: vi ha segnalato, vi ha messo in evidenza, vi ha fatto notare.
In sintesi, vi ha concesso una possibilità.

I curriculum vitae sono tutti uguali

Un buon CV non può essere uguale ad un altro. E' la somma di tutto il nostro percorso formativo, nostre esperienze lavorative, dei nostri interessi delle nostre predisposizioni e capacità, di cosa siamo in grado di fare, delle qualità umane e intellettive che possediamo.
Non esistono due curriculum vitae uguali. Almeno in teoria.
Nella pratica infatti, troppo spesso è vero l'opposto, ovvero che i curriculum fatti in modo svogliato e senza impegno finiscono per assomigliarsi un po' tutti.
Questo è uno dei motivi principali che spingono al rifiuto.
Fra centinaia di candidati, tutti con le stesse credenziali (master più, master meno.), ciò che cattura l'attenzione è quel curriculum vitae in grado di mettere in risalto la personalità del candidato.
E' di fondamentale importanza convincersi che attraverso un semplice "foglio di carta" è possibile comunicare al selezionatore una piccola scossa, una scintilla di interesse che lo spinga a compiere un passo ulteriore.
Per raggiungere tale scopo nessun particolare può essere trascurato, tanto meno la forma. Anzi, ciò che va curato è soprattutto la forma.
Proprio perché la "sostanza" (percorso formativo, master, esperienze) spesso può coincidere con quella di altri candidati, sarà altro a fare la differenza.
Chi ha un curriculum di studi o di esperienze talmente brillante e prestigioso tale da renderlo di per se interessante al di la di ogni ragionevole dubbio non ha certo di questi problemi.
Per noi comuni mortali invece, che presto o tardi ci siamo dovuti confrontare con la realtà, il problema di non appiattirci su di un curriculum letto e riletto chissà quante volte, è il peggiore degli incubi.
Come dicevamo poco fa, la sostanza non può essere modificata. Ciò che sappiamo, ciò che abbiamo fatto, non è un elemento suscettibile di variazione sul quale si può giocare (almeno entro certi limiti).
Una volta che nel curriculum abbiamo inserito "che cosa siamo", ancora non abbiamo fatto nulla. Manca la parte più importante, ovvero "chi siamo".
Questo è il compito principale di un buon CV e su questo aspetto fondamentale deve informare chiunque lo legga. A tale scopo un'accortezza da non trascurare mai è quella di redigere una "Lettera di Presentazione" che lo accompagni, in modo tale da avere qualche riga in più per mettere in evidenza e rimarcare tutti quegli aspetti che difficilmente traspaiono da un normale curriculum vitae.
Se riusciremo a far capire al selezionatore "chi siamo", sarà impossibile trovare un altro CV uguale al nostro.

Nel curriculum posso scrivere quello che voglio

Scrivere cose false nel nostro CV è la cosa peggiore che possiamo fare. Inventare esperienze che non si possiedono, lavori che non si sono fatti, conoscenze linguistiche o di ogni altro genere che non ci appartengono, si rivelerà nel giro di pochissimo tempo il nostro peggiore investimento.
Creare un curriculum formidabile ma non veritiero, ci porterà quasi certamente ad ottenere un colloquio, ma questa tappa non sarà l'inizio di un rapporto proficuo, ma, come accade nella stragrande maggioranza dei casi, un semplice fallimento.
La consapevolezza di aver mentito su questo o quel punto ci renderà nervosi e impacciati, incapaci di mantenere un atteggiamento rilassato e tranquillo, come invece si converrebbe.
La nostra bugia potrebbe inoltre venire scoperta con relativa semplicità, soprattutto nel caso in cui venissimo sottoposti ad un secondo colloquio o peggio ancora ad una prova.
In certi casi è di gran lunga preferibile un dignitoso anonimato a una reputazione negativa.

Io non sono il mio curriculum vitae

Questo è senz'altro vero nella vita di tutti i giorni. Nella pratica del selezionatore invece è vero solo ed esclusivamente il contrario.
Il CV è quel documento che giungerà sopra un tavolo e sarà l'unico mezzo in grado di rappresentare la nostra candidatura. Rappresenta noi stessi. Sopra quel tavolo ci siamo noi, o meglio, c'è tutto ciò che dovrebbe esserci per informare qualcuno su chi siamo, cosa sappiamo e cosa vogliamo fare.
In quel momento la nostra persona è interamente coinvolta, nel meccanismo che ci obbliga a sintetizzare le nostre competenze e le nostre aspirazioni in pochissime righe, ma in quelle poche righe dobbiamo essere in grado di concentrare una quantità di informazioni sufficienti a dare un'idea più precisa possibile di noi stessi.
Ognuno di noi è molto di più di ciò che appare dal proprio curriculum vitae, ovviamente, ma non agli occhi del selezionatore. Non ci conosce, non sa chi e cosa siamo e lo scoprirà solo attraverso le informazioni che noi sapremo fornire.